Tiki-taka Budapest
“Tiki-taka Budapest” può essere definito un libro che parla di uomini, di sogni, di speranze in un futuro migliore. Dell’eterno conflitto fra ragione e sentimento. E lo fa grazie al racconto di una delle più belle e potenti creazioni dello sport moderno. La Nazionale ungherese di calcio del dopoguerra era la carta da parati dietro la quale si nascondeva la vita misera e senza prospettive di un intero popolo. Lo sport racconta episodi e sentimenti umani in maniera unica. Ecco, di sicuro “Tiki-taka Budapest” è un libro di passioni. Una squadra imbattibile. Un allenatore che è insieme un organizzatore, un tattico, un secondo padre o, se si preferisce, uno zio. 11 giocatori che non sono tutti campioni, ma la cui somma in campo dà molto più di 11. Un gioco mai visto prima. Una visione spregiudicata e modernissima di concepire gli spazi in campo. Un numero infinito di partite di fila senza perderne una. L’Ungheria della prima metà degli anni ’50 è più che una squadra di calcio: è strategia vincente, è bellezza. È arte al servizio del pallone, ma anche uno strumento politico. La formazione allenata da Gusztáv Sebes è pianificata per vincere. Vincere e basta. L’ammirazione del mondo intero, la vittoria alle Olimpiadi di Helsinki 1952. Un’epica di squadra che il regime di Budapest fa propria e che usa per far dimenticare al popolo, fame, povertà, assenza di libertà. La Nazionale ungherese allevia le sofferenze di 9 milioni di connazionali, ma il giorno del giudizio è in agguato. Il 4 luglio del 1954 i più forti al mondo riescono a perdere un Mondiale praticamente già vinto. Tutto crolla: il mito dell’imbattibilità, il dogma dell’infallibilità del Partito. La disillusione che rende violenti, il risveglio di un popolo che si sentiva nell’Empireo calcistico ma che deve ammettere di essere Terzo Mondo. “Tiki-taka Budapest” racconta 60 anni di sport e politica nel Paese del gulasch e di Ferenc Puskás, gli effetti di una rivoluzione tradita, ma anche la morte di un movimento che a suo tempo ha generato campioni in serie e che ora tenta di risorgere con difficoltà.
Editore: Bradipolibri
Autore: Diego Mariottini, giornalista e scrittore, lavora all'università di Roma. Con Bradipolibri ha pubblicato Ultraviolenza. Storie di sangue del tifo italiano, Tutti morti tranne uno e Dio, Calcio e Milizia.