Per non cadere
La mia vita in equilibrio
A trent’anni dai suoi più grandi successi, Bugno si racconta nella sua prima autobiografia. Lo fa con quello stile, umile e signorile, che lo ha sempre caratterizzato. Una persona di poche parole, divenuta suo malgrado mito. Lui che odiava le interviste, lui che odiava le luci della ribalta, capace nonostante il carattere schivo di far innamorare migliaia di appassionati in tutto il mondo. Un viaggio in quello che è stato l’ultimo ciclismo prima dell’era moderna, prima degli scandali doping, senza radioline, misuratori di potenza o allenamenti computerizzati. L’ultimo ciclismo ancora a sensazioni, battiti cardiaci ed emozioni, raccontato da chi quel ciclismo lo ha dominato. Un passato glorioso al quale Bugno guarda senza nostalgia. Appesa la bicicletta al chiodo, ha voltato pagina e si è messo a pilotare elicotteri. La bici però è rimasta nel suo cuore, per questo oggi è il presidente dall’Associazione mondiale dei corridori professionisti, capo-sindacalista di quella che è stata la sua (prima) vita. Di quello sport che – ahilui – lo ha reso leggenda.
Editore: Baldini+Castoldi
Autori:
Giovanni Bugno (1964), ex ciclista, professionista dal 1985 al 1998, Campione del mondo su strada nel 1991 e nel 1992, si aggiudicò nove vittorie di tappa al Giro d’Italia e la maglia rosa nel 1990, per un totale di 72 vittorie in tutta la sua carriera.
Con Tiziano Marino (1988) giornalista freelance, responsabile comunicazione dell’U.C. AlbinoLeffe e collaboratore con “La Gazzetta dello Sport”.