Eravamo immortali
Perché salire le montagne? Manolo così risponde: “Ho rincorso me stesso verso l’alto, oltre i boschi. Finchè c’erano solo pietre appoggiate ad altre pietre e in cima all’ultima il cielo.”
In questo libro è racchiusa la vita di Manolo, di quel ragazzo cresciuto circondato dalla natura, di quell’uomo insofferente alle costrizioni della società ed infine di quell’uomo che ha continuato a sentirsi libero solo in mezzo alla natura su di una parete verticale.
Maurizio Zanolla, nato nel 1958 è uno dei protagonisti assoluti di quella nuova arrampicata che ha visto la luce tra gli anni ’70 e ’80. Il libro è una raccolta di 35 tappe-episodi che si concludono con la salita del “Il Mattino dei Maghi”, scalata in cui lui acconsente all’utilizzo di chiodi. Nelle sue imprese Manolo non aveva fino ad allora utilizzato chiodi perché credeva nella libertà di un’arrampicata a mani nude, più naturale e fuori dagli schemi dei sentieri tracciati.
Il libro ripercorre dunque gli anni di “formazione” tra i Settanta e gli Ottanta di una vita vissuta alla ricerca dell’equilibrio. Il titolo è il riassunto del pensiero che accumunava giovani scalatori che come Manolo abbracciavano l’idea di libertà trasmessa dalla montagna e la sensazione di essere immortali perché incuranti dei rischi corsi durante quelle poco sicure arrampicate. Passati gli anni è lo stesso Manolo che riconosce in quella affermazione, guardando al passato, l’esuberanza giovanile e lo spirito poco attento ai pericoli, distratto com’era dalla ricerca di sovversione delle regole socialmente imposte.
In questo libro non si ritrova il classico arrampicatore che fa spettacolo, ma un bello spaccato autobiografico composto da piccoli capolavori di memoria ed umorismo.
Editore: Fabbri
Autore: Maurizio Zanolla, meglio conosciuto come Manolo nasce a Feltre il 1958. È un arrampicatore, alpinista e guida alpina italiano. Pioniere dell’arrampicata libera in Italia, è uno dei volti più conosciuti di questo sport nel nostro paese. Scalatore anticonvenzionale, non ha mai voluto partecipare alle competizioni di arrampicata. Soprannominato “Il mago”, Manolo vive la sua passione per l’arrampicata in maniera personale, filosofica e romantica.