La maschera è da uno
Cos’è la scherma? Qual è la sua arte e quale la sua storia?
Se sono solo queste le domande alle quali vi piacerebbe dare risposta, domande tecniche o storiche, allora non è questo il libro che cercavate. Potrebbe essere magari l’autore giusto, ma non per questo suo primo libro.
Sì, qui si parla di scherma, ma dei sentimenti, delle emozioni, dei pensieri e delle riflessioni che stanno dietro alle infinite “frasi schermistiche” recitate dagli schermidori. Sono proprio quest’ultime il “leitmotiv” del libro, il motivo conduttore di tutto il racconto (…)
Nelle parole cadenzate di questo libro c’è tutta l’esternazione della sana e romantica iperemotività di un ex tiratore ed oggi (già da qualche anno in realtà) maestro di scherma, con una spiccata sensibilità ai temi del sociale fanciullesco, dell’amore, della passione e della tristezza, della tenacia, insomma verso quelle emozioni e pensieri che si generano sopra e tutto intorno alle pedane da scherma.
E’ un libro dedicato a quanti vogliono comprendere questo sport, ma in particolare il rapporto maestro allievo, uscendo dagli schemi dei libri tecnici e affrontando questi temi con uno spirito diverso da quello dello sportivo, appassionato di scherma.
Il titolo richiama il messaggio del libro, e cioè il fatto che dietro alla maschera da scherma si è da soli e ciò spinge gli uomini a cercare sé stessi dietro di essa. Questo concetto rappresenta l’essenza della pratica sportiva, un percorso educativo che fortifica e rende coscienti di conquiste che vanno al di là del gesto puramente sportivo, ma invadono il campo delle relazioni e della crescita della persona. Da collegarsi a ciò, è il fatto che l’autore stesso si definisce Maestro prima che allenatore, ovvero che non insegna solamente uno sport, ma una guida per gli allievi.
Editore: Morphema Editrice
Autore: Anile si definisce così, con queste poche righe: "Essere vivente da circa 40 anni e maestro di scherma da ormai quasi la metà. Padre da un po’, e ovviamente per sempre. Logorroico da quando a tre anni finalmente (per me ma non per gli altri) mi sono deciso a parlare. Osservatore della realtà non mi ricordo da quando, grazie a tutte le persone che ho incontrato, per primi i miei genitori”.